cultura

 

 

Tv, giornali, radio. Ma anche pc, smartphone, tablet. La giornata di più di 18 milioni di italiani è scandita da un ritmo nuovo: media tradizionali accanto ai social network, la lettura di un libro e l’aggiornamento costante su Internet.

 

Li chiamano «consumatori convergenti», perché da più fonti soddisfano la sete di informazione. «Con una crescita record stimata nell’1 per cento al mese.

Riteniamo che entro un paio d’anni raggiungeranno il 70% della popolazione» pronostica Mario Abis, esperto di comunicazione e sociologia dei consumi.

 

Come direttore di Makno/Abis insieme alla School of management del Politecnico di Milano ha dato vita a «ConMe», laboratorio di ricerca che da un paio d’anni scruta l’impatto dei nuovi media sulle nostre vite.

«Si parla di convergenza spesso come un fenomeno digitale. Ma non è solo una questione tecnologica, la valenza sociale ha una portata enorme»

 

L’immagine chiave dell’indagine è un grafico che mostra il rapporto con i media (dal computer al quotidiano) dalle 5 del mattino all’una di notte.

 

Non solo è un flusso continuo, soprattutto ci si tiene aggiornati e in contatto con gli amici mentre si è in movimento, in treno o sull’autobus (lo fa l’85% del campione).

È evidente che i meccanismi tradizionali di comunicazione vanno in crisi».

È un’analisi che tocca al cuore il futuro del nostro mondo, quello dell’informazione, ma anche dei marchi che devono trovare nuove formule pubblicitarie per attrarre e conquistare clienti.

 

«Non è più possibile leggere il mercato con le solite variabili sociodemografiche ?

 

Bisogna cogliere il contesto in cui si trova l’utilizzatore di contenuti.

 

Abbiamo individuato ben venti situazioni differenti in una giornata tipo, per ciascuna serve una strategia di comunicazione ad hoc.

 

Va ribaltato il concetto tradizionale di palinsesto.

 

 

Non bisogna contare le teste, ma i valori di attenzione nei diversi momenti della giornata».

 

METÀ DEGLI INTERVISTATI HA RISPOSTO CHE MENTRE GUARDA LA TV (IL MEZZO ANCORA PIÙ UTILIZZATO) TIENE ACCESO «SEMPRE O SPESSO» IL COMPUTER.

 

L’utilizzo di smartphone (più 77% in un anno) e di tablet (più 186%) è in crescita vorticosa.

 

Avere più media a disposizione nello stesso momento inevitabilmente comporta un attenzione minore (o diversa).

 

I ricercatori di «ConMe» la vedono come un’opportunità, non come una sciagura.

 

«È chiaro che vanno ridefiniti i contenuti ?

 

Nell’editoria, ad esempio, bisogna ragionare su carta stampata e digitale come un tutt’uno.

 

E le imprese di beni di consumo dovranno intercettare l’individuo sfruttando tutte le alternative.

 

Non si possono più progettare messaggi avendo in mente un solo canale.

 

Ciò che si vede in tv deve innescare dinamiche che ti portano a cercare contenuti correlati sul tablet».

 

Piaccia o non piaccia è questo il futuro.

 

Il «pensiero convergente» è quello in cui si riconoscono l’80% dei giovanissimi (15-18 anni).

 

Gli adulti di domani

 

Corriere della Sera.

 

Ecco il link per scaricare la ricerca:

http://www.convergenzamediale.com/atti-del-convegno-consumatori-convergentinuove-esperienze-mediali-nuova-segmentazione/

 

 

 

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