COSA PENSANO GLI ITALIANI DEL PROPRIO LAVORO? Scarica la ricerca pubblicata da Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ed SWG

 

Dopo la pandemia, gli italiani hanno voglia di cambiamento.

 

A partire dal lavoro, che deve essere più compatibile con le esigenze di vita personale e più appagante sotto il profilo professionale ed economico.

 

Ecco i principali indicatori dell’indagine promossa dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ed SWG dal titolo:   Italiani e lavoro nell’anno della transizione.

 

Il 38% degli italiani è soddisfatto del proprio lavoro.

 

02 - 38 soddisfatto del lavoro

 

Stipendi e fisco sono le principali criticità percepite dal campione intervistato

 

011 - le principali criticità del lavoro in Italia

 

Per la maggioranza degli intervistati, le tecnologie informatiche hanno favorito l’organizzazione del lavoro.

 

 

010 - aspetti postivi e negativi del lavoro

 

Nell’ultimo anno il 5,5% degli italiani ha cambiato lavoro.

Il 14,4 % sta cercando un nuovo lavoro.

Il 35,1% ci sta pensando.

 

07 - chi ha cambiato lavoro o vorrebbe camobiarlo

 

Ecco i motivi per i quali si vuole cambiare lavoro.

 

08 - i motivi per cui vorrebbero cambiare lavoro

 

Cosa cerchiamo in un nuovo lavoro?

 

Una migliore retribuzione ed un maggior equilibrio psicofisico.

 

 

09 - cosa cercano nel nuovo lavoro

 

Come viene percepito il ricorso allo smart working?

 

 

04. - benefici dello smart working

 

Solo il 16,3 % degli smart workers sarebbe contento di tornare al lavoro in presenza.

 

06. - solo il 16 sarebbe contento di tornare al lavoro in presenza

 

Per scaricare la ricerca promossa da Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ed SWG, clicca QUI 

 

 

Lavoro

IN ITALIA E NELL’U.E., QUANTI SONO I GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO (NEET) ? Scarica il nuovo report pubblicato dal Ministero delle Politiche Giovanili.

In Italia c’è un’emergenza che sta assumendo dimensioni preoccupanti.

 

Parliamo dei Neet, vale a dire giovani che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi formativi.

 

In Italia hanno raggiunto il record tra i 27 Paesi della Ue.

 

Nella fascia d’età 15-34 anni  sono 3.047.000.

 

Questo dato è contenuto nel nuovo report pubblicato dal Ministero delle Ministero delle politiche Giovanili dal titolo:

 

“NEET – Piano di emersione e orientamento giovani inattivi”.

Gli oltre 3 milioni di ragazzi Neet rappresentano il 25,1% dei giovani italiani tra i 15 e i 34 anni, praticamente 1 su 4.

 

Non solo.

 

Ben 1,7 milioni sono donne.

Nell’U.E, dopo Turchia (33,6%), Montenegro (28,6%) e Macedonia (27,6%) l’Italia risulta il paese con il maggior tasso di Neet.

neet 2

Circa la dislocazione territoriale, il nostro Paese presenta sostanziali differenze a livello regionale.

 

L’Italia risulta divisa in due macro-blocchi:

– la zona centro-settentrionale, che è in linea o al di sotto della media europea (15%),

– la zona del Mezzogiorno, in cui si evidenziano le maggiori criticità.

Neet 3

In questo report,

la Ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone ha formalizzato l’adozione da parte del Governo di un Piano nazionale di emersione e orientamento  “Neet Working”.

 

Questo programma punta a ridurre gli oltre tre milioni di giovani nella fascia di età 15-34 anni che non studiano, non lavorano e non fanno formazione.

 

L’obiettivo del Piano è quello di ridurre l’inattività dei “Neet” tramite degli interventi suddivisi in tre macro fasi:

  1. emersione

  2. ingaggio

  3. attivazione

 

 

Gli strumenti con i quali sviluppare queste fasi:

  1. Programma  Garanzia Giovani rinforzato

  2. Sportelli Giovani nei Centri per l’impiego

  3. Campagna informativa itinerante del Dipartimento per le politiche giovanili

  4. Servizio civile universale

  5. Portale GIOVANI2030

  6. Programmi europei gestiti da ANG

  7. Piano nazionale pluriennale (2021-2027) sull’inclusione dei giovani con minori opportunità

 

Per scaricare il report completo pubblicato dal Ministero delle Politiche Giovanili, clicca QUI

Consulenza & Libere Professioni Lavoro

IL PIANO NAZIONALE NUOVE COMPETENZE E’ STATO PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE. Rappresenta il più importante programma di FORMAZIONE E AVVIAMENTO AL LAVORO mai realizzato in Italia. Scarica il testo integrale


 

Il PIANO NAZIONALE NUOVE COMPETENZE è un provvedimento di ampio respiro che ha come obiettivo riorganizzare la formazione dei lavoratori in transizione e disoccupati.

 

Si basa sul rafforzamento del sistema della formazione professionale e la definizione di livelli essenziali di qualità per le attività di upskilling e reskilling.

 

Il Piano inserisce direttamente nella cornice del PNRR.

Si rivolge ai seguenti target di destinatari:

 

1)Beneficiari di NASPI e DIS-COLL

2) Percettori del Reddito di cittadinanza.

3) Lavoratori che beneficiano di strumenti d’integrazione salariale straordinari o in deroga, come CIGS, cassa per cessazione attività, trattamenti in deroga nelle aree di crisi complessa.

4) Giovani Neet.

Prevede anche azioni per il rafforzamento delle competenze degli adulti, a partire dalle persone con competenze molto basse.

 

IL PIANO NAZIONALE NUOVE COMPETENZE

PUNTA SU 3 PROGRAMMI CHIAVE:

 

3 programm. chiave

Vediamoli in dettaglio.

 

  1. PROGRAMMA GOL

programma gol

“Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori” è stato introdotto per rilanciare l’occupazione in Italia e combattere la disoccupazione.

Il programma GOL si inserisce nell’ambito del PNRR

e durerà per il periodo 2021-2025

 

I BENEFICIARI DEL PROGRAMMA GOL

 

1) Cittadini beneficiari di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro

2) Giovani NEET (meno di 30 anni)

3) Donne in condizioni di svantaggio

4) Persone con disabilità

5) Lavoratori maturi (55 anni e oltre)

6)Disoccupati percettori di NASPI o DIS-COLL;

7)Cittadini beneficiari del sostegno al reddito di natura assistenziale

8) Percettori del Reddito di Cittadinanza

9)Disoccupati da almeno 6 mesi

6)Altri lavoratori con minori opportunità occupazionali (giovani e donne, anche non in condizioni fragilità)

7) Lavoratori autonomi che cessano l’attività o con redditi molto bassi

8)Lavoratori con redditi molto bassi (i cosiddetti working poor)

 

CIASCUN TARGET AVRA’ L’OPPORTUNITA’ DI FREQUENTARE UN PERCORSO FORMATIVO O DI RICOLLOCAZIONE LAVORATIVA

 

La durata di questi corsi di formazione dipenderà dalla maggiore difficolta’ a rientrare nel mercato nel lavoro

 

I 5 PERCORSI DI FORMAZION

PREVISTI DAL PROGRAMMA GOL 

1)Per coloro che sono più facilmente occupabili, si prevede un percorso di “reinserimento lavorativo”, con eventuali attività formative “leggere”.

Si punta soprattutto su servizi di orientamento e intermediazione finalizzati all’accompagnamento al lavoro.

2) Il secondo percorso “di aggiornamento” (upskilling), prevede interventi formativi di breve durata e dal contenuto professionalizzante per adeguare le competenze.

3) Per chi ha meno appeal occupazionale c’è il percorso di “riqualificazione” (reskilling), con una più robusta attività di formazione per avvicinare la persona ai profili richiesti dal mercato.

4) Per i più FRAGILI sarà attivata la rete dei servizi territoriali, con un percorso di “lavoro e inclusione”, coinvolgendo servizi del territorio, educativi, sociali, sanitari, di conciliazione, essendo presenti ostacoli e barriere che vanno oltre la dimensione lavorativa.

5) Il quinto percorso è di “ricollocazione collettiva”.

Sarà specifico per le situazioni di crisi aziendali, dove le chances occupazionali vanno valutate sulla base di:

– specifica situazione aziendale di crisi

– professionalità dei lavoratori coinvolti

– contesto territoriale.

 

Le risorse complessive per il programma nazionale GOL sono pari a 4,4 miliardi di euro.

A tali fondi sono da sommare 600 milioni di euro per il rafforzamento dei Centri per l’impiego (di cui 400 già in essere e 200 aggiuntivi) e 600 milioni di euro per il rafforzamento del sistema duale.

Vi sono infine 500 milioni di euro a valere su REACT-EU.

Puoi scaricare la presentazione ufficiale del Programma GOL in questo  LINK

 

2. FONDO NUOVE COMPETENZE

 

fondo nuove competenze

Altro pilastro del Piano Nazionale Nuove Competenze è il Fondo Nuove Competenze, istituito già in via sperimentale nel 2020 e confermato in Legge di Bilancio 2021.

Permette alle imprese di adeguare le competenze dei lavoratori, destinando parte dell’orario alla formazione.

Le ore di stipendio del personale in formazione sono a carico del fondo, grazie ai contributi dello Stato e del FSE – PON SPAO, gestito da ANPAL.

Il fondo è dedicato ai lavoratori occupati delle imprese che hanno stipulato intese o accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro, in risposta alle innovazioni di processo, prodotto o di organizzazione organico.

Grazie a tale fondo, lo Stato sostiene al posto delle aziende, gli oneri relativi alle ore di formazione, comprensivi dei relativi contributi previdenziali e assistenziali.

QUI trovi la pagina ufficiale con i bandi del Fondo Nazionale Nuove Competenze.

 

3. PROGRAMMA SISTEMA DUALE

 

sistema duale

 

Un punto essenziale del Piano Nazionale Nuove Competenze sarà il potenziamento del Sistema Duale che riguarda i giovani dai 15 ai 25 anni.

Grazie al nuovo piano, si potrà alternare la formazione in aula a quella pratica svolta presso organizzazioni e aziende, anche attraverso la formula dell’apprendistato.

 

Con l’intervento sul Sistema Duale si punta a favorire l’introduzione e lo sviluppo di corsi di formazione per giovani che rispondano alle esigenze delle imprese e del tessuto produttivo locale.

Si cercherà dunque, di ridurre la discrepanza tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e i programmi formativi del sistema d’istruzione e formazione.

 

QUI puoi scaricare il testo integrale del Piano Nazionale Nuove Competenze pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Lavoro

LE AZIENDE + DESIDERATE IN ITALIA. Leggi il report completo pubblicato da Randstad

copertina ran

 

Randstad ha pubblicato i risultati dell’indagine internazionale sulle aziende più attraenti per i lavoratori in Italia e nel mondo.

L’employer branding è la capacità delle aziende di costruire la propria reputazione positiva comunicandola al mercato del lavoro per poter attrarre i talenti migliori e continuare a prosperare.

 

Secondo l’indagine Randstad,  Ferrero anche quest’anno è prima fra le aziende che gli italiani reputano più attrattive come potenziale datore di lavoro.

Seconda è Apple, terza Maserati.

 

classifica italia

Ferrero piace, in particolare, per 4 ragioni:

1) La sicurezza del posto di lavoro che garantisce

 

2) L’atmosfera di lavoro piacevole,

3) Il buon equilibrio tra vita professionale e privata che offre ai dipendenti

4) Le attività di responsabilità sociale che intraprende.

E il primato di posto di lavoro più desiderato è speculare a quello ottenuto da Ferrero come azienda italiana con la migliore reputazione a livello globale nell’indagine di Reputation Institute.

La comunicazione genera reputazione la quale, a sua volta, genera desiderabilità.

Cosa rende attrattivo un posto di lavoro?

Lo studio di Randstad indica che per gli italiani i 3 aspetti più considerati sono:

– Lo stipendio e i benefit

– La sicurezza del posto di lavoro

– Un contesto di lavoro piacevole.

gli aspetti lavorativi più importanti

 

Per quanto concerne i settori più interessanti ecco il quadrante che mette a confronto notorietà e attrattività.

 

Ai primi posti abbiamo il Fashion e il settore dei Mass Media.

 

 

settori più attraenti

Per scaricare il report di Randstad, clicca QUI

Consulenza & Libere Professioni Lavoro

IL CONTROLLO TECNOLOGICO SUL LAVORATORE. Scarica il nuovo E-Book

jobs

Wolters Kluwer e Vodafone hanno pubblicato un nuovo dossier.

In questo E-Book troverai le regole introdotte dal Jobs Act su:

  • controlli difensivi consentiti al datore di lavoro;

  • privacy del lavoratore – linee guida sul controllo di posta elettronica e navigazione web;

  • controllo “tecnologico” del dipendente

  • e molto altro ancora….

    Per scaricare il volume, clicca QUI

Consulenza & Libere Professioni Lavoro

VUOI LAVORARE IN EUROPA ? Scarica il manuale Isfol

stage ok

Isfol ha pubblicato “Il Manuale dello stage in Europa”.

Una guida pratica e di facile consultazione, corredata di 33 schede Paese:

 – 28 Paesi dell’Unione europea,

– 3 dello Spazio Economico Europeo,

– Serbia e alla Turchia, membri non Ue della Rete Euroguidance,

Vi sono indicazioni su come muoversi per cercare uno stage, contattare le aziende, preparare la documentazione, trovare un alloggio, conoscere il Paese dove si è deciso di andare.

stage

Un vademecum fondamentale per cogliere questa opportunità, il miglior biglietto da visita per entrare nel mondo del lavoro.

Nel Manuale viene presentato un ricco elenco di aziende italiane, grandi e non solo, che hanno sedi o consociate nei singoli Paesi europei.

Potrebbe essere strategico fare un tirocinio in queste imprese per essere presi maggiormente in considerazione, una volta tornati a casa.

Per scaricare il manuale, clicca QUI

Consulenza & Libere Professioni Lavoro