“…McKinsey & Company ha pubblicato la ricerca “Studio ergo Lavoro.
Come facilitare la transizione scuola-lavoro per ridurre in modo strutturale la disoccupazione giovanile in Italia”.
In Italia la disoccupazione giovanile ha superato il 40%, con ben 2 milioni e mezzo di giovani under 30 che non studiano né lavorano.
Dall’analisi condotta sul lavoro giovanile (giovani tra i 15 e i 29 ani) in Italia, emerge come quello dell’occupazione sia un problema fortemente radicato nel paese, al punto che la componente strutturale rappresenta il 40% del tasso di disoccupazione giovanile complessivo.
Lo studio, che fotografa un’Italia strutturalmente incapace di garantire un futuro professionale ai propri giovani, identifica tre ostacoli principali nel passaggio dallo studio al lavoro.
Innanzitutto lo sbilanciamento quantitativo tra domanda delle imprese e formazione dei giovani.
Si pensi che nel 2012 le aziende italiane hanno riscontrato grandi difficoltà nel reperimento di 65.000 professionisti specializzati in diversi settori.
Ciò è in parte attribuibile al fatto che solo per 3 studenti su 10 lo sbocco occupazionale costituisce il driver di scelta primario del percorso di studi da intraprendere.
Un secondo ostacolo strutturale identificato da McKinsey consiste nell’assenza delle competenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro.
Oltre alla carenza di esperienza pratica, le aziende italiane criticano lacune nelle lingue straniere e nella matematica di base, ma anche la scarsità di autonomia ed etica: tali carenze impattano negativamente sul rapporto di lavoro per oltre il 47% dei giovani.
Un’ulteriore problema strutturale, particolarmente radicato in Italia, riguarda i canali per la ricerca di lavoro.
Se in Germania l’80% dei processi di selezione passa attraverso i centri dell’impiego statali, in Italia la percentuale dei giovani che trova lavoro con il supporto degli uffici di collocamento è di appena l’1%. Per sopperire a tale carenza, l’80% di loro si rivolge a parenti e amici considerando il loro aiuto più efficace degli strumenti istituzionali.
Dopo aver fotografato la situazione del lavoro giovanile in Italia, McKinsey mette a punto un piano di intervento per agire sulle problematiche strutturali individuate, sia a livello nazionale per mezzo di iniziative legislative e programmi di sensibilizzazione e comunicazione efficaci, sia a livello locale, per mezzo di strumenti di supporto concreti.
La programmazione pluriennale proposta da McKinsey agisce su diverse aree e suggerisce azioni concrete, come ad esempio la creazione di un’offerta formativa che risponda alle esigenze professionali del paese, la messa a punto di servizi di orientamento adeguati, il miglioramento dei canali di collocamento, un’effettiva collaborazione tra il mondo della formazione e quello del lavoro.
Ecco il link per scaricare il report di McKinsey: