In questi ultimi mesi sono nate molte attività di Home Restaurant.
Privati cittadini mettono a disposizione la propria casa e cucinano pranzi e cene per ospiti paganti.
Bene, il Ministero dello Sviluppo Economico precisa che:
“…L’attività in discorso, ad avviso della scrivente, anche se esercitata solo in alcuni
giorni dedicati e tenuto conto che i soggetti che usufruiscono delle prestazioni sono in
numero limitato, non può che essere classificata come un’attività di somministrazione di alimenti e bevande, in quanto anche se i prodotti vengono preparati e serviti in locali privati coincidenti con il domicilio del cuoco, essi rappresentano comunque locali attrezzati aperti alla clientela.
Infatti, la fornitura di dette prestazioni comporta il pagamento di un corrispettivo e, quindi, anche con l’innovativa modalità, l’attività in discorso si esplica quale attività economica in senso proprio…
Ciò significa che, previo possesso dei requisiti di onorabilità nonché professionali di cui all’articolo 71 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59 e s.m.i., detti soggetti sono tenuti a presentare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio di Attività)
o a richiedere l’autorizzazione, ove trattasi di attività svolte in zone tutelate…..”
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