L’Istat presenta i principali risultati di un approfondimento tematico sul LAVORO INDIPENDENTE in Italia.
Nel 2017, i lavoratori indipendenti sono stimati in 5 milioni 363 mila, il 23,2% degli occupati,
E’un’incidenza molto più elevata rispetto alla media Ue (15,7%).
Tra loro il 68,1% è un lavoratore autonomo senza dipendenti (3 milioni 652 mila).
Nel 2017 i lavoratori indipendenti si sono ridotti del 10,7% (-642 mila occupati).
Il lavoro indipendente presenta profili professionali e livelli di autonomia molto differenti.
Si possono distinguere tre grandi raggruppamenti:
1) Autonomi con dipendenti, cioè datori di lavoro (1 milione 401 mila),
2) Autonomi “puri” senza dipendenti (3 milioni 314 mila)
3) Lavoratori parzialmente autonomi (338 mila).
Tra gli autonomi “puri” senza dipendenti il segmento maggioritario è rappresentato da:
– Lavoratori in proprio
– Liberi professionisti
Comprendono quanti, generalmente in condizione di mono-committenza, presentano alcuni vincoli di subordinazione tra cui:
– Un orario di lavoro stabilito principalmente dal cliente o committente
– Il dover lavorare presso il cliente
– L’impossibilità di assumere dipendenti
– Il mancato possesso degli strumenti del lavoro
– L’essere divenuti indipendenti a seguito di una richiesta di un precedente datore di lavoro.
Oggi i lavoratori autonomi vivono una crescente insofferenza.
Ecco le principali motivazioni:
Vorrebbero assumere personale ma le difficoltà del mercato impediscono loro questa scelta.
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