L’Istituto di Ricerche Censisin collaborazione con la Bayerha pubblicato una nuova ricerca sui comportamenti sessuali degli italiani.
Ecco i principali risultati.
Oggi la gamma delle pratiche sessuali degli italiani di 18-40 anni è molto articolata.
Gli italiani sono in gran parte soddisfatti della loro vita sessuale.
Si fa più ricorso al dating e si finisce più rapidamente a letto.
La pornografia è ormai uscita dalla sfera del proibito, dello scandaloso, del perverso.
È diventata protagonista del mainstream sessuale, anche nelle coppie stabili, grazie all’accesso online, facile, gratuito, di massa.
Il 61,2% degli italiani di 18-40 anni guarda video porno da solo, il 25,2% lo fa in coppia.
E il 37,5% pratica il sexting (l’invio tramite smartphone di immagini e testi sessualmente espliciti).
Il web è diventato il principale influencer, con un forte impatto sull’immaginario sessuale collettivo, sui comportamenti e sui canoni estetici, sdoganando pratiche inconfessabili vent’anni fa.
Sono stati infranti antichi pudori, tabù e reticenze: la trasgressione è istituzionalizzata.
Anche nelle camere da letto di moglie e marito, per rendere la relazione sessuale più intrigante, non scontata: la novità e la sperimentazione sono l’antidoto al rischio di noia, sempre in agguato.
Vent’anni fa le donne che separavano il sesso dall’amoreerano il 37,5%, oggi sono aumentate al 77,4%.
Tra gli uomini il dato è salito dal 61,9% di allora all’81,8% di oggi.
Ci sono anche 1,6 milioni di italiani di 18-40 anni che non fanno sesso.
In vent’anni la percentuale di maschi 18-40enni che non praticano sesso è passata dal 3% del totale all’11,6%.
Quella delle femmine dal 7,9% all’8,7%.
E sono 220.000 le «coppie bianche» in quella fascia d’età: persone che stanno insieme, ma senza avere rapporti sessuali.
Iperinformati, infedeli, sapienti combinatori di canali d’acquisto fisici e digitali:
l’identikit del nuovo consumatore nella tanto attesa ripresa.
Il Censis ha pubblicato la nuova ricerca dal titolo:
“LO SVILUPPO ITALIANO E IL RUOLO SOCIALE DELLA DISTRIBUZIONE MODERNA ORGANIZZATA”.
Torna a crescere la spesa: ma il consumatore non è più lo stesso.
Ci sono segnali di ripresa.
Nel primo trimestre 2017 i consumi complessivi delle famiglie hanno registrato l’incremento sul trimestre precedente (+1,3%) più alto dal 1999 e l’incremento annuo (+2,6%) più alto dal 2011.
Torna a crescere la spesa, ma il consumatore esce dalla crisi molto cambiato.
Oggi è iperinformato, infedele al punto vendita, scaltro combinatore di canali d’acquisto diversificati, attento non solo al prezzo, amante di consumi salutisti, etici, di pregio.
Unica variante:
la distribuzione moderna organizzata (supermercati, ipermercati, centri commerciali, grandi magazzini e grandi superfici specializzate) resta il luogo d’elezione dove fare la spesa, dall’alimentare all’abbigliamento, dall’arredamento al bricolage e il giardinaggio, la profumeria e la cosmetica.
Il 60,3% degli italiani che si rivolgono alla distribuzione moderna organizzata per fare la spesa alimentare è infedele sia al punto vendita, sia all’insegna della catena: acquista dove più conviene.
La quota di infedeli sale al 74,7% nell’abbigliamento.
Sono 31,7 milioni gli italiani maggiorenni che nell’ultimo anno hanno letto i giudizi sui prodotti nei social network e nei blog per decidere se e cosa acquistare.
Il consumatore diventa esso stesso produttore di informazioni, con 20,4 milioni di italiani (6,2 milioni regolarmente) che hanno pubblicato post su siti web o social network con commenti personali o con il racconto di proprie esperienze relative a prodotti, spese, luoghi della grande distribuzione.
Il nuovo consumatore è un abile utilizzatore sia dei canali informativi tradizionali, sia di quelli digitali.
Sono 30,5 milioni gli italiani che nell’ultimo anno hanno visto o verificato un prodotto nei negozi fisici e poi lo hanno acquistato sul web.
Sono indicatori di una sapiente combinazione di fisico e virtuale che fa saltare le mura dei punti vendita e potenzia le facoltà individuali di valutazione e scelta.
La grande distribuzione accontenta tutti.
Innanzitutto per la convenienza, visto che il 91% degli italiani ritiene importante poter fare la spesa in questi punti vendita per preservare il proprio tenore di vita.
Il punto vendita del futuro secondo gli italiani.
In conclusione:
la stragrande maggioranza degli italiani nutrono fiducia nei punti vendita della Dmo.
Cotec e Censis hanno pubblicato il Rapporto 2016 “ITALIA CHE FUTURO!”.
Il tema della ricerca: come viene percepita l’innovazione dagli italiani.
Una certezza per i nostri cittadini: il futuro passa per l’innovazione e le nuove tecnologie.
Per fronteggiare i problemi odierni, la maggioranza (il 64%) ritiene che bisogna compiere un passo in avanti e adottare le tecnologie in grado di ridurre l’impatto sugli ecosistemi e rendere più efficiente e produttivo l’uso delle risorse.
Poco più di un terzo (il 35%) crede invece che occorra fermare la crescita, ridurre i consumi e lo sfruttamento delle risorse, ripensare tutto e tornare al passato.
Come viene percepita innovazione dagli italiani?
Prevalente è l’opinione di un qualcosa che cambia decisamente le abitudini della gente.
Gli italiani hanno opinioni nette su chi sono gli innovatori.
L’attitudine a innovare viene dunque vista più come una dote innata che un’attitudine acquisita nel tempo.
Innovatori si nasce, anche se poi servono i contesti favorevoli per poter applicare concretamente le doti degli innovatori potenziali.