Un tempo lo spam arrivava via email.
Oggi la nuova frontiera si chiama SOCIAL NETWORK.
Secondo il rapporto State of social media spam realizzato da Nexgate i contenuti fraudolenti sono cresciuti del 355 per cento solo negli ultimi sei mesi.
Il nuovo fronte della colonizzazione selvaggia è quello dei social network perché ci sono ottime possibilità di farla franca, clamoroso traffico di utenza e opportunità di mimetizzare i link malevoli nella montagna di contenuti pubblicati ogni giorno.
Un post su 200 è spam. Il risultato? Più o meno un post su 200 – sembra poco, in fondo è moltissimo – è spam.
E il 5 per cento di tutte le app dei social media – quelle cioè, come giochi o altro, da installare nel proprio profilo, non quelle per gli smartphone – sono ingannevoli, nel senso che promettono un servizio utile e invece, alla fine, spacciano contenuti di altro genere.
Lo studio di Nextgate ha messo sotto la lente 60 milioni di contenuti prodotti da 25 milioni di profili su Facebook, Twitter, Google+, YouTube e LinkedIn e raccolti negli ultimi due anni, fra 2011 e 2013.
Alcuni degli aspetti confermano altri studi, come quello confezionato da un gruppo di analisti indipendenti italiani che poche settimane fa ha stimato in 200 milioni di dollari il giro d’affari dello spam solo sulla piattaforma di Mark Zuckerberg.
Non era un’esagerazione.
D’altronde ogni sette nuovi profili attivati, cinque appartengono a spammer
Ecco il link per scaricare la ricerca di NextGate: