“…I 42 Centri per l’impiego pugliesi sono pochi, hanno un organico insufficiente e ai limiti dell’età pensionabile.
La mole di lavoro è rilevante: 1 dipendente in media deve gestire 705 utenti.
Per niente rilevante invece il rapporto instaurato con le imprese.
Solo il 3,8 per cento delle aziende utilizza i Centri per l’impiego come canale per cercare nuovo personale.
Eppure nei pochi casi in cui i centri si interfacciano con le imprese, sono proprio queste ultime a rimanere spesso sorprese dalla competenza degli operatori pugliesi.
Questi i risultati di ‘I nuovi servizi per il lavoro’, uno studio messo a punto dall’Ipres (Istituto pugliese di ricerche economiche e sociali).
Ha analizzato quanti sono e come funzionano i centri per l’impiego in Puglia.
La ricerca si è basata su analisi dei dati, interviste a 529 aziende, casi di studio e tre focus group.
Si parte da una cifra, 180 milioni di euro. Sono i soldi provenienti da fondi strutturali 2000-2006 e 2007-2013 investiti per le politiche attive del lavoro.
Non un solo euro è stato investito per migliorare i centri per l’impiego che sono così distribuiti:
13 nella provincia di Bari,
4 nella Bat,
4 a Brindisi,
7 a Foggia,
8 a Lecce
4 a Taranto.
A questi si aggiungono i servizi territoriali e gli sportelli.
I dipendenti sono 569 e insieme a 354 formatori compongono l’organico di 933 persone.
Il problema è rappresentato dall’età: il 59 per cento dei dipendenti ha un’età tra i 51 e i 60 anni. Un altro 10 per cento ha più di 60 anni.
Ecco il link per scaricare il report: