ISFOL

“Le professioni in tempo di crisi” è uno studio Istat/Isfol nel quale si evidenzia in particolare i ritardi all’innovazione del nostro sistema produttivo.

I più colpiti dalla crisi sono artigiani e operai specializzati che perdono 555mila occupati nel periodo indicato. Invece le professioni impegnate in attività elementari sia di produzione che di servizio aumentano di 358 mila unità.
Oltre 14 milioni di occupati esprimono la necessità di aggiornare le conoscenze e competenze acquisite o di apprenderne delle nuove.

E solo poco più della metà svolgono almeno una volta l’anno attività di aggiornamento e sviluppo professionale.
Tra le professioni che offrono buone possibilità di realizzare le aspirazioni professionali si annoverano quelle dell’artigianato, come ad esempio gli artigiani coinvolti nella lavorazione del legno, delle pelli e del cuoio.
Molte le categorie professionali che si ritengono insicure e insoddisfatte del proprio lavoro.

Addetti ai call center, telefonisti, personale domestico e venditori a distanza sono i meno soddisfatti per quanto riguarda la propria condizione professionale, secondo quanto rileva lo studio sulle professioni condotto da Istat e Isfol.

Seguono quindi le professioni tecniche nei musei, negli uffici giudiziari e nell’ambito dei servizi statistici.

Gli addetti ai call center sono anche quelli che percepiscono maggiormente l’insicurezza del proprio lavoro, seguiti dalle professioni dello spettacolo.

Per scaricare il report, clicca QUI.

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