Reputation Institute ha pubblicato Italy RepTrak 2015, lo studio che analizza la reputazione delle maggiori aziende in Italia.
Oggi i consumatori sono in gran parte influenzati dalla dimensione reputazionale di un brand, ovvero da ciò che quel brand è e comunica di essere.
Il buon nome dell’azienda conta più del prodotto, quando si tratta di scegliere che cosa acquistare.
Che la buona reputazione abbia un peso sulle performance di business si sapeva, ma che oggi l’acquisto dipenda per il 61% da come il consumatore percepisce il brande solo per il 39% dal prodotto (a parità di qualità), può suonare come una novità.
I “fattori corporate” – trasparenza, gestione etica, responsabilità sociale, sostenibilità, il modo di fare impresa e i comportamenti verso il pubblico di riferimento – determinano la stima che le persone hanno per un brand, divenuta oggi componente cruciale del processo d’acquisto.
E le aziende che operano in Italia, si evince dallo studio, non godono di una stima elevatissima: il punteggio reputazionale medio nazionale è 66,9, che nella scala del Reputation Institute corrisponde a un valore “medio-moderato”.
L’Italy RepTrak si basa su interviste a 3.200 persone, che si sono espresse sulle 100 maggiori aziende per fatturato operanti in Italia, valutandole secondo una percezione determinata da molteplici input:
– l’esperienza diretta (acquisto di prodotti, utilizzo del customer service, esperienza nel punto vendita, esperienza dell’azienda come posto di lavoro),
– ciò che il brand dice di se stesso attraverso il marketing, la comunicazione e la pubblicità
– ciò che ne dicono terze parti sui media e sui social media (opinion leader, esperti, influencer, ma anche amici e familiari).
Prima in classifica nel 2015 per reputazione, fra le aziende che operano in Italia, è Ferrero (l’anno scorso seconda), che ha saputo distinguersi “per la qualità dei servizi offerti e per la capacità di operare in modo responsabile nei confronti della società e del territorio, in modo trasparente ed etico”.